Page 2 - Rotary Club Bergamo Sud
P. 2

05 ottobre 2017 Rotary Club Bergamo Sud Bollettino n. 07 (704)
anno rotariano 2017 - 2018
L'attrattiva di un personaggio di spicco del mondo del calcio ha fatto si che la nostra conviviale si trasformasse in una manifestazione di “fede atalantina” (sic! Poveri juventini, interisti, milanisti, .....)
“Gioco di Squadra”
La conviviale è stata aperta dal Presidente Marco ROSSINI con il saluto ai numerosi ospiti intervenuti a questa serata. Ha poi annunciato l'imminente arrivo dei due Relatori per cui è stato opportuno rinviare a più tardi la loro presentazione.
L'arrivo in sala dei due relatori della serata, Gian Piero GASPERINI e Roberto SPAGNOLO, è stato segnato da un caloroso applauso da parte dei presenti tutti in attesa di questo momento.
Nella seconda parte della serata, il Presidente ha introdotto l'Allenatore Gasperini con una articolata domando dicendo: “nelle nostre aziende abbiamo dei Dirigenti, dei Manager che sono delle figure che in qualche modo ci si affeziona. E diventa dificcile poi fare delle scelte di cambiamento, perché è una scommessa. Uno dice: tutto sommato il meccanismo funziona bene, l'orologio gira bene e tutti gli ingranaggio funzionano, potrebbe andare meglio, ma andando a cambiare l'ingranaggio si rischia di fermare l'orologio. Quindi non è facile avere una responsabilità sul continuare a far funzionare bene le cose oppure dire cambio l'ingranaggio e metto uno che potrebbe andare molto meglio oppure non andare. Qui sta la leadership dell'uomo, la capacità di prendersi delle responsabilità e far delle scelte coraggiose. Spesso avendo tanti, tutti contro, però avere una forza delle proprie convinzioni che porta ad avere dei risultati. Questo è un esempio che ho di questa persona che stimo, pur non essendo uno sfegatato del calcio. Sono affascinato
coordinatore Edoardo Gerbelli
dalla personalità, dalla capacità e dal coraggio che ha espresso nella sua carriera sportiva Gasperini. Grazie per essere venuto. Ecco, la mia domanda è: come si fa ad essere così coraggiosi.”
Gasperini, alzandosi e ringraziando per l'invito ha fatto un significativo ... fiù... “questa è una domanda – ha detto – che mi obbliga a ripercorrere (velocemente) la mia carriera calcistica. Da quando facevo il calciatore ad oggi che sono allenatore.
Quello che è successo a Bergamo, l'anno scorso, è stato veramente un qualcosa di atipico. Di non normale. Perchè molto spesso si preferisce adattarsi allo stato di fatto e provare a cambiare comporta un sacco di problemi sia a chi lo fa, ma anche a tutte le persone che lo circondano o affiancano. Devo dire, però che sono venuto a Bergamo con questo obiettivo: cambiare.”
A questo punto, per spiegare il suo modo di operare ed il suo carattere innovativo e sempre alla ricerca del meglio, ha fatto un excursus del suo passato calcistico: prima come calciatore poi come allenatore di squadre giovanile per poi arrivare ad allenare squadre di notevole prestigio.
Non ha celato i difficili momenti che ha affrontato per far valere il suo modo di gestire una squadra di calcio. Noi tutti sappiamo quante sono le variabili che si intrecciano nelle scelte di un allenatore nel formare la squadra che deve entrare in campo ad ogni partita. Dalla “proprietà” ai giornalisti. Dai giocatori (soprattutto quelli che si sentono delle star) ai tifosi che si aspettano la vittoria quotidiana.
E qui ha voluto farci comprendere quanto sia breve e vulnerabile la carriera di un allenatore di calcio. La sua presenza in una squadra può durare anche solo poche settimane. Come gli è successo quando ha dovuto allenare l'Inter. Dopo quattro partite andate male è stato esonerato dall'incarico e se considerate che si fanno due partite alla settimana il conto è presto fatto.
La sua esperienza a Bergamo non era cominciata nei migliori dei modi. Anche qui
    pag. 2



















































































   1   2   3   4   5